epigrafie di gianni turin

E-PI-GRA-FI-E – Sacrificio e Memoria

PRESENTAZIONE: Mercoledì 10 febbraio ore 16 presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna

Nell’ambito delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra l’Assessorato alla Cultura di Bassano del Grappa propone un’operazione nel segno universale dell’arte, presentando l’opera dell’artista padovano Gianni Turin con la sua personale «E-PI-GRA-FI-E . Sacrificio e memoria».

La personale, che sarà ospitata nelle sale museali fra le opere di Antonio Canova, Jacopo Dal Ponte, Guariento e nell’ala nuova del Museo Civico di Bassano del Grappa dal 28 gennaio al 10 aprile 2016, nasce con l’intento di celebrare l’anniversario della Grande Guerra combattuta sul fronte italiano, superando poi il dato cronologico per portare la riflessione su un piano universale ed arrivare a considerare il ruolo dell’uomo nella storia in rapporto alla violenza e fondando la propria riflessione sul principio della dignità umana e sui modi con cui tale dignità affronta e supera la devastazione fisica, psicologica e morale.

Come le steli lapidee dell’antichità le E-PI-GRA-FI-E di Turin vogliono essere segni duraturi per comunicare in pubblico un messaggio ad una platea più vasta possibile e per il maggior tempo possibile. La pietra, con la tecnica mista, si abbina allora d altri materiali scultorei, legno e metallo, unitamente alla pittura, per far riflettere sul valore della cultura, sottolineando come ogni atto di violenza metta a rischio l’identità dei popoli con le loro radici culturali, la lingua, le opere d’arte, le architetture e i musei stessi come luoghi della memoria. Il percorso, pensato da Turin per le sale del Museo bassanese, pone lo spettatore in relazione alle questioni culturali dei secoli più lontani fino ad arrivare ai drammi nel Novecento del primo e del secondo conflitto mondiale per concludere con l’attualità dell’attentato al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, a cui ha dedicato il suo lavoro più recente.

Con una quindicina di opere, il percorso inizia già nel chiostro per snodarsi in Museo civico salendo in pinacoteca dove le opere degli anni Settanta ed Ottanta sono collocate in dialogo con i dipinti e le sculture delle antiche collezioni museali. Con il «Crocifisso» di Guariento (1334) Turin costruisce un colloquio emotivo interpretando il modulo archetipo della croce e soprattutto esprimendosi con un linguaggio simile, fatto di linee intersecate e contrapposte, le stesse che nella croce medievale definiscono i limiti della figurazione entro spazi accuratamente delimitati. Nelle opere della “terza maniera” di Jacopo Dal Ponte (1550/60) Turin, allievo di Emilio Vedova, trova una consonanza tecnica richiamando quelle ombre profonde che Jacopo aveva ripreso da Tintoretto, a sua volta ispiratore anche di Vedova stesso; analoga sensibilità nel rapporto fra luce e ombra concentra l’attenzione anche sui dipinti di Giovanni Battista Piazzetta. Con le opere di Antonio Canova si attiva infine un dialogo ideale con l’accostamento alla serie dei busti canoviani di una serie di volti umani – identità o maschere, individualità reali o entità mitiche che siano.

Nell’ala nuova, invece, le opere ispirate a momenti della storia del Novecento, lavori legati al tema della violenza, rievocano via via gli attentati negli Anni di Piombo, le atrocità dell’Olocausto e della lotta di Resistenza fino ai drammi delle trincee della Prima Guerra Mondiale. Le commemorazioni per il centenario della Grande Guerra, in particolare, si rivelano per lui come un momento di apertura al mondo e alla storia, perché la morte di innumerevoli ragazzi sui fronti del Grappa, dell’Altopiano, del Piave, ma anche dell’Isonzo e le sue montagne, rappresenta un emblema per ricordare i continui conflitti a quali l’umanità non sembra mai rinunciare, anche nell’attualità. L’intento di Turin è quello di dar senso all’evento drammatico del passato con il fine di ricollegarlo al presente, perché possa essere utile ad una presa di coscienza, soprattutto da parte dei giovani. Gianni Turin è artista che da anni compie un percorso creativo che pone una riflessione sull’uomo e sul suo rapporto con la violenza e la guerra, con il fine di far riflettere lo spettatore sulle contraddizioni del mondo passato e presente, rappresentate dall’identità dell’individuo desideroso di pace contrapposto ad una società che cade sistematicamente nell’esperienza dolorosa della guerra.

Docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’artista si rivolge in particolare al pubblico più giovane, agli studenti che devono essere aiutati a comprendere le radici dell’ambito storico che stiamo vivendo. L’idea di collocare parte delle opere in dialogo con le collezioni storiche del museo nasce dal desiderio di porre un legame fra contemporaneo e passato.

La forza della fede ed la fiducia nel valore della convivenza pacifica fra popoli indicano una via di uscita, una prospettiva di speranza. Così suggerisce il tema ricorrente, come quello della Croce latina, variamente interpretata ed abbinata ad altri elementi che costituiscono le opere, oppure quello della “Testa non orante” (testa stilizzata e priva di apparato vocale) come segno dell’incapacità dell’uomo nel rivelare la parte più autentica di sé. Così, ancora, indica la tecnica delle monocromie scure gradualmente segnate da annunci luminosi, segni di spiritualità portatrice di pace e punto di orientamento e di riferimento per l’umanità smarrita. Così, infine, allude la scelta dei materiali utilizzati, quelli naturali – come il legno o pigmenti applicati con tecniche antiche come l’affresco –  e quelli lavorati dall’uomo – come il ferro, il vetro – fino alle pratiche industriali – come la pittura ad acrilico o il taglio al laser.

Fra le opere legate a fatti storici recenti e contemporanei sarà presente “Ricordo di Bachelet”, dedicata al giurista Vittorio Bachelet caduto per mano delle Brigate Rosse, mentre conversava con all’allora assistente Rosy Bindi.

L’opera che chiude l’itinerario ideale della mostra «Fuori piombo» è dedicata al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi in memoria dell’attentato del 18 marzo 2015. L’opera si compone di due grandi tavole dipinte ad affresco: al termine della mostra il dittico sarà scomposto e mentre una tavola rimarrà a Bassano, l’altra partirà in dono per Tunisi, come pegno di amicizia e solidarietà fra istituti chiamati a custodire l’identità dei popoli.

La mostra, patrocinata dalla Regione Veneto e curata da Giuliana Ericani e Sandro Gazzola, è stata inaugurata alle ore 18:00 di mercoledì 27 gennaio 2016 in significativa concomitanza con la Giornata della Memoria, nel 71° anniversario della liberazione del lager di Auschwitz.

Mercoledì 10 febbraio alle ore 16 presso l’Aula Magna    dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ci sarà la presentazione del catalogo e del  video della mostra  Gianni Turin E-pi-gra-fi-e / Sacrificio e memoria .

Il video, prodotto da Sole e Luna Production , è stato realizzato dai registi Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, autori del Film “Cieli RossiBassano in Guerra”: presentato il 07 nov 2015 in anteprima al Parlamento Europeo a Bruxelles.

Gianni Turin nel 2012  ha tenuto la Personale  Sette croci per sette chiese nella Storica Basilica di Santo Stefano in Bologna, mostra inserita tra gli eventi di Arte Fiera Off  e recensita da numerose testate giornalistiche e con un Servizio Rai mandato in onda sul TGR